Al momento stai visualizzando La carta termica

In quest’articolo parleremo di una tipologia di carta non direttamente legata alle stampanti da ufficio o a quelle domestiche, quanto più ai negozi o più in generale agli edifici commerciali aperti al pubblico. Si tratta della carta termica, utilizzata per lo più nella produzione dei rotoli di carta per i registratori di cassa, i classici scontrini.

La peculiarità di questo tipo di carta è quella di essere ricoperta da un lato da uno strato di emulsione composta da un colorante e da un particolare reattivo, che a prima vista fa sembrare la carta semi-lucida. Nel momento della stampa la testina viene surriscaldata, innescando una reazione chimica tra reattivo e colorante, facendo così apparire i caratteri sul foglio. Anni fa era largamente utilizzata anche per l’invio di fax, oggi la sua applicazione è quasi esclusivamente riscontrabile sulla stampa di scontrini fiscali con registratori di cassa.
Questa particolare caratteristica della carta termica è la causa per cui gli scontrini diventano illeggibili nel tempo, oltre a perdere il colore se avvicinati a fonti di calore come un caminetto o un termosifone.

Il primo terminale a funzionare con stampa termica venne introdotto nel mercato americano nel 1969, all’epoca la carta termica veniva realizzata con due metodi: con l’uso di un colorante chimico, affidabile ma più costoso e meno duraturo, e con l’uso di sali metallici.
Lo sbarco nei supermercati avvenne solo negli anni ’80, quando i giapponesi utilizzarono la carta chimica ottenuta da colorante chimico per la produzione di stampanti per codici a barre, utilizzanti appunto nell’industria degli alimentari. Nei tardi anni ’80 e nei primi ’90 la carta termica venne utilizzata anche con sistemi di stampa a laser, di elettrofotografia e in modo più ridotto in stampanti a getto d’inchiostro. La sua applicazione nella stampa di scontrini fiscali in supermercati, pompe di benzina e ricevute di vario genere avviene solo negli ultimi anni, con la stampa termica diretta, dopo che questo sistema sembrava ormai in disuso.

Per riconoscere uno scontrino in carta termica da uno in carta normale potete fare una prova: avvicinate un accendino allo scontrino (non troppo!), se si tratta di carta termica inizierà a colorarsi in prossimità della fonte di calore, proprio per l’effetto chimico del reattivo con il colorante. Ovviamente fatelo con uno scontrino che non vi serve più, perché una volta innescata la reazione lo scontrino sarà per lo più illeggibile.

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